Esiryth vel Saghoira, bardo irlandese defunto
L'isola di Shkodra
Fra i canti scomodi dei ciottoli al suolo,
Fra il lume di piazza e il fior di via,
Fra il tenero passo nel quarto di secolo,
Scuote il martello il mantello incudeneo
E la mano feroce si musica al vanto
Di una stirpe viandante ornata di strade.
Suona il clarinetto fra le cieche spiagge
E l'isola calda chiamata Shkodra
Cinta si mostra di flutti sublimi
Poiché gli occhi non l'han vista si giace
Fra gli arceri delle tue cromate parole;
E si tinge, oh Poeta, l'atea fantasia
L'occhi l'ascoltano dalle tue labbra
Sculta coi bradi ricordi del cuore
E tutto soggiace fra'l notturno calore.
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