Primo SHLLAKU
Il FESTINO
Eravamo in pochi
senza molto da dire.
Il sole si era aggiunto al nostro tavolo
fermandosi agli specchi.
Solo la frutta era smangiata dall'ombra.
La mano rincorreva le frangie del sole
sino al finire del tavolo monco.
Bevevamo acqua stagna
qualcuno voleva stare in silenzio
e noi ce lo facevamo stare,
finchè il sole rinentrato gli si posava sulle spalle.
Parlavamo del tempo, delle virgolette, del carboncino e di teatro.
Parlavamo delle gambe di Maria
Ci si accorse che la frutta stava finendo,
si evocò la nuova che sarebbe maturata…
Eravamo in pochi a voler parlare.
Gli altri se ne stavano lì assenti.
Parlavamo del giorno che s'andava accorciando.
Parlavamo della brezza della sera.
Parlavamo dei seni di Maria.
Eravamo in pochi,
e ora nessuno voleva più parlare.
Qualcuno notò che a questo giro
le parole erano finite prima del mangiare.
Il tintinnio sul tavolo era metallico,
gli stuzzicadenti erano tutti da buttare.
Parlavamo di Maria, della sua scomparsa,
fu invocata la sua tomba.
Non so chi ci fece notare, che lei non era più dei nostri.
I piedi s'agitavano sotto il tavolo.
Segno che le chiacchiere
se non proprio già finite,
presto lo sarebbero state.
Parlavamo di Maria,
della sua vita, della fine.
Bevevamo il caffè a lunghe sorsate
e ci domandavamo
se mai ci sarebbe stata un'altra come lei…
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