Shpetim Kelmendi
CAOS
Nessuno può chiamare sbagliata la mia idea che questo mondo incasinato e cacofonico, è comunque abitato da gente normale. Un uomo che parla, vive, agisce e si muove secondo regole e leggi dialettiche, è senza dubbio normale. Detiene il suo inamovibile posto che serve per gli altri come punto di riferimento, e va sotto l’appellativo di “normalità classica”.
Ma non soffermiamoci su questo.
Si può credere che il poeta, lo scienziato, il truffatore professionista, l’incallito dongiovanni, l’assassino senza scrupoli, siano tutti normali?!
No? Io dico di sì. Normali a tutti gli effetti, a patto che questi non siano degli esemplari, ma rappresentino una colonia all’interno della quale vivono. Il guaio comincia allorquando tutte queste colonie si mischiano l’una con l’altra, come i liquidi con pesi specifici diversi, in uno di quei grandi cilindri di vetro. Allora sì, che si avranno serî problemi.
Commincia il rumore, la scompiglio, il dissidio.
Il poeta si vede circondato da una folla che nel migliore dei casi gli dà dell’anormale, o in genere dell’pazzo. Lo scienziato si ritrova sotto una pressione di tipo nuovo che gli suggerisce il ripudio del lavoro. Il truffatore abbandona il suo rango per diventare un politico. Il dongiovanni incallito risale affiatamente alcune scale per chiedere la mano di una vergine. E l’assassino senza scrupoli, arrampicatosi sul balcone di una ragione strappata con la forza, risale al rango della normalità generale, dove si procura le giuste maschere.
E in fine?!
Infine, qualcuno che osserva da un punto irragiungibile, sicuramente qualche marziano, urla orripilato:
- Dio, ma che cosa sta succedendo laggiù?
traslato da Kantor
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