lunedì, aprile 14, 2008

La morte del re degli scacchi

A.C.

La morte del re degli scacchi



Desiderio vuol dire secondo l'origine latina: mancanza di una stella. Non c'è niente di più spirituale di questa sensazione di mancanza astrale, ma forse niente è più carnale di questa sofferenza. Poiché la sofferenza come tutte le cose cattive, riguarda le tenebre della carne, più che la luce dell'anima. Le stelle sono fonti di luce, sono generatori sparsi qua e là per l'universo: hanno una loro storia, nascono e muoiono. Nella mancanza di una stella, c'è anche il desiderio che nasca una nuova.

Dobbiamo la nostra esistenza ad una di queste, ed è una stella che noi mediterranei vediamo quasi tutti i giorni – quando non nel cielo, nel nostro modo di comportarci. Eppure ne sentiamo comunque la mancanza e per desiderio, lo cantiamo.

Io nella mia vita ho conosciuto uomini così saggi, che parevano simili a soli. Parabolando con loro, si capisce una cosa fondamentale nell'educazione di un uomo: nulla di ciò che ti accade può essere più grande della tua anima. Ebbene, se io vedessi morire il sole, la mia anima non lo reggerebbe.

Bobby Fischer è morto oggi. Il mio amico a Scutari, ha saputo la notizia giocando a scacchi. Buon per lui, vuol dire che è un vero scacchista.

Bobby Fischer era un astro degli scacchi e dell'intelligenza. Ha avuto ciò che deve guadagnarsi ogni uomo: una moglie; ha avuto una vita. Lui ha fatto sentire tanti scacchisti come dei giocatori di dama. Ma quale scacchista non ha rievocato il genio di Fischer nelle ore difficili delle sfide scacchistiche? Ha concluso presto la sua carriera. Qualcuno suggerisce che si potrebbe chiamare il Rimbaud degli scacchi. Di sicuro, per quanto maledetto, il genio di Fischer non fu evasivo come quello di Rimbaud. Non si addice ad uno scacchista.

Fischer ha avuto quanto di più vitale la vita può dare. Ha avuto dei nemici - forse degni di lui, ad ogni modo, avere dei nemici fa onore ad un uomo.

A chi l'ha amato rimane un amarezza: è morto in esilio. E quando i grandi americani muoiono in esilio, come volete che ci sentiamo noi altri – piccoli esiliati di piccoli paesi.

Morire in esilio: che cattivo infinito! Quando i grandi americani muoiono in esilio, si ha voglia di preparare la valigia. Al costo di farsi arrestare, si ha voglia di tornare a casa. Ma Bobby, non ce l'ha più quest'amarezza oramai. Niente più desiderio, niente più mancanza di stelle, per lui che fu una stella anche da vivo, e adesso prende solo il suo posto nel cielo. Nessuna croce per Bobby, adesso è sceso sul suo trono. Adesso è veramente il re degli scacchi.


apparso su "Lo Straniero", e su "Leitmotif"

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